Marco Trombetti

Le forze che plasmano un saggio

Traduzione italiana di The Shape of the Essay Field di Paul Graham

Giugno 2025

Un saggio ben scritto deve dire alle persone qualcosa che non sanno già. Ma ci sono tre diverse ragioni per cui qualcuno potrebbe non sapere qualcosa, e ciascuna porta a un tipo di saggio molto diverso.

Una prima ragione è che quella cosa non è importante da sapere. Questo non significa che il saggio sarà per forza mediocre. Per esempio, potresti scrivere un ottimo saggio su un particolare modello di automobile. I lettori imparerebbero comunque qualcosa, amplierebbero la loro visione del mondo. Per alcuni potrebbe perfino provocare un’illuminazione. Ma, a meno che non si tratti di un’auto davvero eccezionale, non è fondamentale che tutti la conoscano.

Quando qualcosa non è importante da sapere, non ha senso chiedersi perché le persone non lo sappiano. È normale non conoscere fatti irrilevanti. Ma se vuoi scrivere di cose che contano, devi chiederti perché i tuoi lettori non le conoscono già. È perché sono intelligenti ma inesperti? O perché sono ottusi?

In sintesi, le tre ragioni per cui i lettori potrebbero non sapere ciò che stai per dire sono: (a) non è importante, (b) sono ottusi, oppure (c) sono inesperti.

Il motivo per cui ho fatto questa analisi è arrivare al punto seguente, che sarebbe potuto sembrare controverso se lo avessi detto subito, ma che ora dovrebbe apparire ovvio: se scrivi di argomenti importanti per persone intelligenti, stai scrivendo per i giovani.

O, più precisamente, è con loro che avrai il massimo impatto. Qualunque cosa tu scriva dovrebbe contenere almeno qualcosa di nuovo anche per te, indipendentemente dalla tua età. Altrimenti non è un vero saggio, perché un saggio è un modo per capire qualcosa mentre la scrivi. Ma qualsiasi cosa tu scopra, sarà probabilmente più sorprendente per i lettori più giovani che per te.

Esiste un continuum di sorprese. A un estremo c’è ciò che può trasformare completamente il tuo modo di pensare. Il libro Il gene egoista ha avuto questo effetto su di me: è stato come scoprire all’improvviso l’altra immagine nascosta in un’illusione ottica, puoi vedere i geni come protagonisti, e non più gli organismi, e l’evoluzione diventa molto più chiara. All’altro estremo, invece, ci sono scritti che si limitano a esprimere con parole ciò che i lettori già pensavano, o credevano di pensare.

L’impatto di un saggio si misura da quanto cambia il pensiero dei lettori, moltiplicato per l’importanza dell’argomento. Ma riuscire bene in entrambe le dimensioni è difficile: è raro avere grandi idee nuove su temi di grande rilievo. In pratica, quindi, c’è un compromesso, puoi cambiare molto il pensiero dei lettori su questioni di importanza moderata, oppure cambiarlo un po’ su questioni molto importanti. Ma con i lettori più giovani, il compromesso cambia: c’è più spazio per trasformare il loro modo di pensare, quindi scrivere di argomenti importanti dà un ritorno maggiore.

Questo compromesso non è consapevole, almeno non per me. È più simile a un campo gravitazionale dentro cui gli scrittori si muovono. Ma ogni saggista, che ne sia consapevole o no, ne è influenzato.

Sembra ovvio, una volta detto, ma io ci ho messo anni a capirlo. Ho sempre voluto scrivere per persone intelligenti su argomenti importanti, e avevo notato empiricamente che finivo per scrivere per i giovani. Mi ci è voluto tempo per capire che la seconda cosa era una conseguenza naturale della prima. In realtà, l’ho capito solo scrivendo questo saggio.

Ora che lo so, dovrei cambiare qualcosa? Non credo. Anzi, osservare la forma di questo campo di forze in cui operano gli scrittori mi ha ricordato che non scrivo per ottimizzare un risultato. Non cerco di sorprendere lettori di una certa età: cerco di sorprendere me stesso.

Di solito scelgo gli argomenti seguendo la curiosità. Vedo qualcosa di nuovo e mi ci addentro. Probabilmente sarebbe un errore cambiare questo approccio. Ma visualizzare la forma di questo campo mi ha fatto riflettere: cosa sorprende i lettori giovani? Quali verità importanti le persone tendono a scoprire solo tardi? Bella domanda. Dovrei pensarci.