Questa è la lettera che ho inviato al team per i 20 anni di Translated.
20 anni
Translated è nata per amore, 20 anni fa.
Ho conosciuto Isabelle all’università, a Grenoble, in Francia nel 1997. Non posso negare di essermi subito innamorato di lei.
Quando sono rientrato in Italia, con mia sorpresa e felicità anche Isabelle si è trasferita. Io ancora studiavo e, per mantenerci, Isabelle ha accettato un lavoro per una grande azienda petrolifera.
Avevamo una bellissima moto blu con la quale andavamo insieme al suo lavoro e alla mia università. Nè io nè Isabelle avevamo mai lavorato per una grande azienda. Non sapevamo cosa aspettarci dal lavoro. Un giorno Isabelle mi invitò a salire in ufficio per conoscere i suoi colleghi. Per me fu uno shock. Non per i colleghi, che erano simpatici, ma per gli uffici cupi, freddi, grigi e per una cultura del lavoro dove il benessere, la generosità, la gentilezza e la felicità non sembravano mai essere stati una priorità.
Per cosa si lavorava allora? Cosa stavano creando quelle persone?
Isabelle era venuta dalla Francia in Italia per stare con me e quello non poteva essere il modo con il quale la accoglievo, non era giusto che passasse la maggior parte della sua giornata in quel posto.
I mesi prima di arrivare in Italia nel 1998, eravamo partiti per il Nepal, per scalare l’Himalaya… senza successo! A dirla tutta, lei sarebbe probabilmente arrivata in cima, ma io sono stramazzato al suolo a 4500 metri. Dopo aver camminato 15 giorni per le montagne, quel viaggio ci aveva lasciato qualcosa dentro: Il piacere di aver avuto il coraggio di affrontare insieme qualcosa al di sopra delle nostre capacità e la bellezza incommensurabile della natura. Valori che avrebbero influenzato il nostro futuro.
L’esperienza lavorativa di Isa e il viaggio in Nepal ci ispirarono a creare una nostra azienda. Non era chiaro quale azienda volessimo creare, ma certamente sarebbe stata un’azienda che avrebbe messo altri valori al centro: le persone, la generosità, il piacere di lavorare sodo, di superare i propri limiti, la bellezza della natura.
Non è un caso che il nostro primo ufficio sia stata una casa sulla spiaggia. Non è un caso che Pi1, il primo ufficio del nostro campus, sia una bella villa di lusso con dei giardini rigogliosi. Non è un caso che si trovi in Via Nepal.
Translated è nata 20 anni fa perché la traduzione era uno dei grandi problemi ancora da risolvere. Dare accesso alla capacità di comprendere ed essere compresi a chiunque nel mondo, era ed è primario per l’umanità. Fare interagire traduttori professionisti e macchine è la via che abbiamo identificato, invece che sostituirli. Una simbiosi virtuosa e sostenibile. Rendere accessibile la traduzione a chiunque è uno di quei lavori difficili, al di sopra di quello che crediamo siano le nostre capacità, ma potenzialmente fattibile durante il corso della nostra vita.
Quando un giorno avremo risolto il problema, il mondo sarà veramente un posto migliore. Più unito, più libero e senza confini, dove le idee e le persone saranno libere di circolare.
Ebbene, dopo 20 anni voglio ringraziare tutto il team. Dare un grande abbraccio ai veterani con i quali abbiamo messo le basi di questa meravigliosa e unica cultura del lavoro. L’abbiamo creata insieme e quello di cui dobbiamo essere più orgogliosi è che questa cultura non è solo umanamente giusta, ma funziona bene economicamente, stiamo creando ricchezza. Come sempre voglio anche manifestare la mia fiducia verso i giovani, i nuovi arrivati, che hanno la responsabilità di portare avanti questa cultura, migliorarla adattandola alle nuove necessità.
Purtroppo non comunichiamo abbastanza fuori quello che facciamo qui, non siamo mai stati bravi a farlo. Ma non possiamo essere ignorati ancora per molto. Saremo un giorno un esempio positivo a cui ispirarsi.
Il nostro impegno nel creare un ambiente di lavoro ideale è tutt’altro che finito. Le necessità cambiano. La forte crescita ha reso più difficile condividere con tutti i nostri valori. Il lavoro diventa sempre più intenso cognitivamente, servirebbero più posti dove concentrarsi, non essere disturbati. Posti che possano ispirare quelle idee su cui poi basiamo anni di lavoro successivo. Servirebbe un posto dove i piccoli gruppi di lavoro possano incontrarsi fuori dalle distrazioni quotidiane del lavoro. Servirebbe un posto che aiutasse ancora di più ad esprimere il nostro potenziale individuale e come squadra. Non dovrebbe mai accadere che una persona o un team abbia necessità di lavorare da casa per avere concentrazione. Succede solo perché il mondo ha fallito a disegnare il giusto luogo di lavoro.
Ma se guardassimo veramente al futuro non dovremmo pensare solo al nostro lavoro. Tutti lavoriamo duro per creare ricchezza per le nostre famiglie. Con il frutto del nostro lavoro possiamo permettere ai nostri cari di vivere meglio, di offrire loro un futuro migliore, dare loro felicità. Perché lavorare per creare soldi con cui comprare felicità? Possiamo disintermediare e creare direttamente felicità?
Servirebbe oggi fare una scelta coraggiosa e realizzare questo luogo. Creare un posto dove concentrarsi, progettare il futuro e perché no, portare i nostri cari in vacanza. Creare un luogo di lavoro di cui anche Adriano Olivetti andrebbe fiero di noi. Un posto, creato con il nostro lavoro e di cui essere tutti orgogliosi. Un posto che sia esempio per le altre aziende.
Siamo sognatori, ma prima di questo siamo creatori.
E per questo oggi vi presento Pi7.
Un posto che nessuno di noi singolarmente si sarebbe potuto permettere ma che come squadra abbiamo creato.
Grazie a tutti.
Marco
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