Marco Trombetti

Come produrre ricchezza

Traduzione italiana di How to Make Wealth di Paul Graham

Maggio 2004

Se volessi diventare ricco, come faresti? Penso che la scelta migliore sarebbe quella di avviare una startup o lavorarci. Per centinaia di anni è stato un modo affidabile per diventare ricchi. Il termine “startup” risale agli anni ‘60, ma anche se con nome diverso, non è diverso dai quello che succedeva nei viaggi mercantili finanziati nel Medioevo.

Le startup solitamente riguardano la tecnologia, tanto che l’espressione “startup high-tech” è quasi ridondante. Una startup è una piccola azienda che affronta un problema tecnico difficile.

Molte persone si arricchiscono senza saperne molto di più. Nel baseball, non è necessario conoscere la fisica per essere un buon lanciatore. Ma penso che possa essere utile per capire i principi che ne stanno alla base. Perché le startup devono essere piccole? Una startup smetterà inevitabilmente di essere tale man mano che cresce? E perché le startup lavorano così spesso allo sviluppo di nuove tecnologie? Perché ci sono così tante startup che vendono nuovi farmaci o software e nessuna vende olio di mais o detersivo per il bucato?

La Proposta

Dal punto di vista economico, si può pensare a una startup come a un modo per comprimere tutta la vita lavorativa in pochi anni. Anziché lavorare a bassa intensità per quarant’anni, si lavora il più alacremente possibile per quattro anni. Questo sforzo risulta particolarmente conveniente nel campo della tecnologia, dove lavorare velocemente da un ottimo ritorno.

Ecco una breve bozza della proposta economica. Se sei un buon hacker verso i vent’anni, puoi trovare un lavoro che ti frutta circa 80.000 dollari all’anno. Quindi, in media, un hacker di questo tipo deve essere in grado di realizzare almeno 80.000 dollari all’anno di lavoro all’anno per l’azienda solo per pareggiare i conti. Probabilmente potresti lavorare il doppio delle ore di un dipendente di una grande azienda e se ti concentrassi potresti riuscire a fare il triplo in un’ora. [1] Dovresti ottenere almeno un altro multiplo di due semplicemente eliminando la resistenza causata dal mediocre manager che avresti in azienda. Poi ce n’è un altro multiplo: quanto sei più intelligente rispetto a ciò che la tua mansione preveda? Supponiamo un altro multiplo di tre. Combina tutti questi moltiplicatori, mi sento di affermare che potresti essere 36 volte più produttivo di quanto ci si aspetta da un lavoratore aziendale medio. [2] Se un hacker abbastanza bravo vale 80.000 dollari all’anno in una grande azienda, allora un hacker intelligente che lavora sodo senza dover dar retta ad alcuna stronzata aziendale che lo rallenti, dovrebbe essere in grado di svolgere un lavoro del valore di circa 3 milioni di dollari all’anno.

Come tutti i calcoli fatti a spanne, anche questo ha molto margine di manovra. Non voglio cercare di difendere il numero di per sé. Ma io sostengo la base del calcolo. Non sto dicendo che il moltiplicatore sia esattamente 36, ma è certamente più di 10 e probabilmente raramente arriva a 100.

Se 3 milioni di dollari all’anno sembrano tanti, ricorda che stiamo parlando del caso limite: il caso in cui non solo hai zero tempo libero, ma lavori così tanto da mettere in pericolo la tua salute.

Le startup non sono magiche. Non cambiano le leggi della creazione di ricchezza. Rappresentano solo un punto in fondo alla curva. Qui vige una legge di conservazione: se si vuole realizzare un milione di dollari, si deve sopportare una sofferenza del valore di un milione di dollari. Per esempio, un modo per guadagnare un milione di dollari sarebbe quello di lavorare alle Poste per tutta la vita e risparmiare ogni centesimo del proprio stipendio. Immagina lo stress di lavorare alle Poste per cinquant’anni. In una startup si comprime tutto questo stress in tre o quattro anni. Puoi ottenere uno sconto se acquisti sofferenza in confezioni più grandi, ma non si può eludere la legge fondamentale di conservazione. Se avviare una startup fosse facile, lo farebbero tutti.

Milioni, non miliardi

Se 3 milioni di dollari all’anno sembrano tanti per alcune persone, sembreranno pochi per altri. Tre milioni? Come faccio a diventare miliardario, come Bill Gates?

Allora togliamo subito di mezzo Bill Gates. Non è una buona idea usare i ricchi famosi come esempio, perché la stampa scrive solo dei più ricchi, e questi tendono ad essere delle eccezioni. Bill Gates è un uomo intelligente, determinato e laborioso, ma ci vuole ben altro per fare tanti soldi quanto lui. Bisogna anche essere molto fortunati.

Esiste un grande fattore di casualità nel successo di qualsiasi azienda. Quindi i tizi di cui si finisce per leggere sui giornali sono quelli che sono molto intelligenti, totalmente motivati e che hanno molta fortuna. Certamente Bill è intelligente e diligente, ma si dà il caso che Microsoft sia stata anche la beneficiaria di uno degli errori più spettacolari della storia del settore: l’accordo di licenza per il DOS. Senza dubbio Bill ha fatto tutto il possibile per indurre IBM a commettere quell’errore e ha fatto un ottimo lavoro nello sfruttarlo, ma se ci fosse stata una sola persona con un po’ di cervello dalla parte di IBM, il futuro di Microsoft sarebbe stato molto diverso. Microsoft, in quella fase, aveva poca influenza su IBM. Era in effetti un fornitore di componenti. Se IBM avesse richiesto una licenza esclusiva, come avrebbe dovuto, Microsoft avrebbe comunque firmato l’accordo. Avrebbe comunque significato un sacco di soldi per l’azienda e IBM avrebbe potuto facilmente ottenere un sistema operativo altrove.

Invece IBM ha finito per utilizzare tutta la sua potenza sul mercato per dare a Microsoft il controllo dello standard PC. Da quel momento, tutto ciò che Microsoft doveva fare era mettere a terra il potenziale. Non si sono mai trovati a dover mettere a rischio l’azienda su una decisione difficile. Tutto quello che hanno dovuto fare è stato giocare duro con i licenziatari e copiare prodotti più innovativi in modo ragionevolmente rapido.

Se IBM non avesse commesso questo errore, Microsoft sarebbe comunque stata un’azienda di successo, ma non sarebbe cresciuta così in fretta. Bill Gates sarebbe ricco, ma sarebbe da qualche parte in fondo all’elenco di Forbes 400 con gli altri della sua età.

Esistono molti modi per arricchirsi e questo saggio riguarda solo uno di essi. Questo saggio parla di come guadagnare denaro creando ricchezza e venendo pagati per questo. Esistono molti altri modi per reperire denaro, tra cui il caso, la speculazione, il matrimonio, l’eredità, il furto, l’estorsione, la frode, il monopolio, la corruzione, il lobbismo, la contraffazione e la prospezione. La maggior parte delle più grandi fortune è, almeno in parte, derivata da molte di queste attività.

Il vantaggio di creare ricchezza, come modo per diventare ricchi, non è solo legale (molti degli altri metodi ora sono illegali), ma è anche più chiaro e diretto. Bisogna solo creare qualcosa che la gente vuole.

Il denaro non è ricchezza

Se si vuole creare ricchezza, è utile a capire di cosa si tratti. Ricchezza e denaro sono cose diverse. [3] La ricchezza è antica quanto la storia umana. Molto più antica, in effetti; le formiche hanno ricchezza. Il denaro è un’invenzione relativamente recente.

La ricchezza è, tra i due, la cosa fondamentale. La ricchezza è ciò che vogliamo: cibo, vestiti, case, auto, oggetti, viaggi in luoghi interessanti e così via. Si può avere ricchezza senza avere denaro. Se avessi una macchina magica che potesse costruirti una vettura a comando, cucinarti la cena o prepararti il bucato, o fare qualsiasi altra cosa tu voglia, non avresti bisogno di soldi. Mentre se tu fossi nel bel mezzo dell’Antartide, dove non c’è niente da comprare, non importerebbe quanto denaro avessi a disposizione.

La ricchezza è quello che vuoi, non il denaro. Ma se la ricchezza è la cosa fondamentale, perché tutti parlano di fare soldi? È una specie di scorciatoia: il denaro è un modo per movimentare ricchezza e solitamente sono in pratica interscambiabili. Tuttavia, non sono la stessa cosa e, a meno che non si pensi di arricchirsi con la contraffazione, parlare di fare denaro può rendere più difficile capire come farlo.

Il denaro è un effetto collaterale della specializzazione. In una società specializzata, non puoi fari da solo la maggior parte delle cose di cui si ha bisogno. Se vuoi una patata o una matita o un posto dove vivere, devi procurartelo da qualcun altro.

Come fai a convincere la persona che coltiva le patate a dartene un po’? Dandogli qualcosa che vuole in cambio. Ma non si può andare molto lontano scambiando le cose direttamente con le persone che ne hanno bisogno. Se produci violini e nessuno dei contadini locali ne vuole uno, come farai a mangiare?

La soluzione che le società trovano, man mano che si specializzano, è di trasformare il baratto in un processo in due fasi. Anziché scambiare i violini direttamente con le patate, si scambiano i violini, ad esempio, con l’argento, che poi si può scambiare nuovamente con qualsiasi altra cosa di cui si ha bisogno. Il mezzo di scambio, può essere qualsiasi cosa che sia rara e portatile. Storicamente i metalli sono stati i mezzi più comuni, ma recentemente abbiamo utilizzato un mezzo di scambio, chiamato il dollaro, che non esiste fisicamente. Funziona come mezzo di scambio perché la sua rarità è garantita dal governo degli Stati Uniti.

Il vantaggio di un mezzo di scambio è che fa funzionare il commercio. Lo svantaggio è che tende a oscurare il vero significato del commercio. La gente pensa che quello che fa un’azienda sia fare soldi. Ma il denaro è solo la fase intermedia, solo una scorciatoia, per qualsiasi cosa la gente voglia. Ciò che la maggior parte delle aziende fa davvero è produrre ricchezza. Fanno qualcosa che la gente vuole. [4]

La fallacia della torta

Un numero sorprendente di persone conserva fin dall’infanzia l’idea che esista una quantità fissa di ricchezza nel mondo. In ogni famiglia normale c’è, in ogni momento, una somma fissa di denaro . Ma non è la stessa cosa.

Quando si parla di ricchezza in questo contesto, la si descrive spesso come una torta. “Non si può ingrandire la torta”, dicono i politici. Quando si parla della somma di denaro nel conto bancario di una famiglia, o dell’importo disponibile per un governo dal gettito fiscale di un anno, questo è vero. Se una persona ottiene di più, qualcun altro deve ottenere di meno.

Ricordo come da bambino credevo che se pochi ricchi avevano tutti i soldi, ne restavano meno per tutti gli altri. Molte persone sembrano continuare a credere in qualcosa di simile fino all’età adulta. Questo errore di ragionamento, questa fallacia, è solitamente presente sullo sfondo quando si sente qualcuno dire di come l’x per cento della popolazione abbia l’y per cento della ricchezza. Se si prevede di avviare una startup, che se ne sia coscienti o meno, si intende confutare la fallacia della torta.

Ciò che porta la gente a sbagliarsi in questo caso è l’astrazione del denaro. Il denaro non è ricchezza. È solo qualcosa che usiamo per movimentare la ricchezza. Quindi, anche se ci può essere, in alcuni momenti specifici (come la tua famiglia, questo mese) una quantità fissa di denaro disponibile per lo scambio con altre persone per le cose che vuoi, non esiste una quantità fissa di ricchezza nel mondo. Tu puoi produrre altra ricchezza. La ricchezza è stata creata e distrutta (ma a conti fatti, creata) per tutta la storia umana.

Supponiamo che si possieda una vecchia auto malconcia. La prossima estate, anziché stare seduto a far nulla, potresti passare del tempo a rimettere la tua auto in condizioni ottimali. Così facendo crei ricchezza. Il mondo è, e tu in particolare sei, più ricco per l’aggiunta di una vecchia auto rimessa a nuovo. E non solo in senso metaforico. Se vendi la tua auto, otterrai di più.

Nel restaurare la tua vecchia auto ti sei arricchito. Non hai reso nessun altro più povero. Quindi ovviamente non esiste una torta fissa. E in effetti, se la si guarda in questo modo, ci si chiede perché qualcuno dovrebbe pensare che possa essere così. [5]

I bambini sanno, senza sapere di saperlo, che possono creare ricchezza. Se hai bisogno di fare un regalo a qualcuno e non hai soldi, lo produci tu. Ma i bambini sono incapaci di creare cose che considerano regali fatti in casa e li considerano in una categoria differente, di un valore più basso, rispetto ai regali comprati nei negozi: una mera manifestazione del proverbiale “E’ il pensiero che conta”. E in realtà, i posaceneri grumosi che facevamo per i nostri genitori non avevano un gran mercato di rivendita.

Artigiani

Le persone più propense a cogliere il fatto che la ricchezza può essere creata, sono quelle brave a produrre le cose: gli artigiani. Gli oggetti creati dalle loro mani vengono acquistati nei negozi. Tuttavia, con l’aumento dell’industrializzazione, ci sono sempre meno artigiani. Uno dei gruppi più numerosi rimasti è quello dei programmatori informatici.

Un programmatore può sedersi di fronte a un computer e creare ricchezza. Un buon software è di per sé una cosa preziosa. Non esiste una produzione che possa confondere la questione. Quei caratteri digitati sono un prodotto completo e finito. Se qualcuno si sedesse e scrivesse un browser web che non facesse schifo (una bella idea, tra l’altro), il mondo sarebbe molto più ricco. [5b]

Tutti in un’azienda lavorano insieme per creare ricchezza, nel senso di fare più cose che la gente vuole. Molti dei dipendenti (ad esempio le persone dell’ufficio corrispondenza o dell’ufficio del personale) lavorano ben lontano dall’effettiva produzione delle cose. Non i programmatori. Loro creano il prodotto, una riga alla volta. E così è più chiaro ai programmatori che la ricchezza è qualcosa che viene prodotta, piuttosto che essere distribuita, come fette di torta, da qualche papà immaginario.

È anche ovvio per i programmatori che esistono enormi variazioni nella velocità con cui viene creata la ricchezza. A Viaweb avevamo un programmatore che era una sorta di mostro della produttività. Ricordo che osservando ciò che aveva fatto in una lunga giornata stimavo che aveva aggiunto diverse centinaia di migliaia di dollari al valore di mercato dell’azienda. Un eccellente programmatore, quando va alla grande, potrebbe anche creare un milione di dollari di ricchezza in un paio di settimane. Un programmatore mediocre nello stesso periodo genererà ricchezza zero o addirittura negativa (ad esempio, introducendo bug).

Ecco perché molti dei migliori programmatori sono liberisti. Nel nostro mondo, affondi o nuoti, e non ci sono scuse. Quando quelli che sono lontani dalla creazione della ricchezza, diplomati, giornalisti, politici, sentono che il 5% delle persone più ricche ha la metà della ricchezza totale, tendono a pensare all’ingiustizia! Un programmatore esperto sarebbe più propenso a pensare: è tutto qui? Il 5% dei migliori programmatori probabilmente scrive il 99% del buon software.

La ricchezza può essere creata senza essere venduta. Gli scienziati, almeno fino a poco tempo fa, effettivamente donavano la ricchezza che creavano. Siamo tutti più ricchi per la conoscenza della penicillina, perché abbiamo meno probabilità di morire di infezioni. La ricchezza è tutto ciò che la gente vuole, e non morire è certamente qualcosa che vogliamo. Gli hacker spesso donano il loro lavoro scrivendo software open source che chiunque può utilizzare gratuitamente. Sono molto più ricco grazie al sistema operativo FreeBSD, che eseguo sul computer che sto usando ora, e lo è anche Yahoo, che lo esegue su tutti i suoi server.

Che cos’è un lavoro

Nei paesi industrializzati, le persone appartengono a un’istituzione o a un’altra almeno fino ai vent’anni. Dopo tutti questi anni ci si abitua all’idea di appartenere a un gruppo di persone che si alzano tutte la mattina, vanno in qualche edificio e fanno cose che normalmente non sono divertenti. Appartenere a un gruppo di questo tipo diventa parte della tua identità: nome, età, ruolo, istituzione. Se devi presentarti, o qualcun altro ti descrive, sarà ad esempio Giovanni Rossi, 10 anni, alunno di una certa scuola elementare, o Giovanni Rossi, 20 anni, studente di una certa università.

Quando Giovanni Rossi termina la scuola, ci si aspetta che trovi un lavoro. E trovare un lavoro sembra voler dire entrare in un’altra istituzione. Superficialmente è molto simile all’università. Scegli le aziende per cui vuoi lavorare e ti candidi. Se piaci a qualcuno, diventi membro di questo nuovo gruppo. Ti alzi la mattina e vai in un nuovo edificio e fai cose che normalmente non ti piace fare. Ci sono alcune differenze: la vita non è molto divertente e vieni pagato, anziché pagare, come facevi all’università. Ma le somiglianze sembrano più accentuate delle differenze. Ora Giovanni Rossi è Giovanni Rossi, 22 anni, sviluppatore software in una certa società.

In realtà, la vita di Giovanni Rossi è cambiata più di quanto si renda conto. Dal punto di vista sociale, un’azienda assomiglia molto all’università, ma più ci si addentra nella realtà di fondo, più la situazione diventa diversa.

Ciò che un’azienda fa, e deve fare se vuole continuare a esistere, è guadagnare denaro. E il modo in cui la maggior parte delle aziende realizza denaro è creando ricchezza. Le aziende possono essere così specializzate da nascondere questa similitudine, ma non sono solo le aziende manifatturiere a creare ricchezza. Una grande componente della ricchezza è la posizione. Ricordi quella macchina magica che poteva costruirti vetture e cucinarti la cena e così via? Non sarebbe così utile se consegnasse la cena in un luogo a caso dell’Asia centrale. Se ricchezza significa ciò che la gente vuole, anche le aziende che movimentano le cose creano ricchezza. Idem per molti altri tipi di aziende che non realizzano nulla di materiale. Quasi tutte le aziende esistono per fare qualcosa che la gente vuole.

Ed è quello che fai anche tu, quando vai a lavorare per un’azienda. Ma qui c’è un altro strato che tende a oscurare la realtà di fondo. In un’azienda, il lavoro che svolgi viene calcolato in media insieme a quello di molte altre persone. Forse non ti rendi nemmeno conto che stai facendo qualcosa che la gente vuole. Il tuo contributo può essere indiretto. Tuttavia, l’azienda nel suo complesso deve dare alle persone qualcosa che vogliono, altrimenti non realizzerà alcun profitto. E se ti pagano x dollari all’anno, allora in media devi contribuire con almeno x dollari all’anno di lavoro, altrimenti l’azienda spenderà più di quanto guadagna e fallirà.

Qualcuno che si laurea pensa, e gli viene detto, che ha bisogno di trovare un lavoro, come se la cosa importante fosse diventare membro di un’istituzione. Un modo più diretto per dirlo sarebbe: devi iniziare a fare qualcosa che la gente vuole. Non c’è bisogno di entrare in un’azienda per farlo. Un’azienda è solo un gruppo di persone che collaborano per fare qualcosa che la gente vuole. Ciò che conta è fare qualcosa che la gente vuole, non entrare a far parte del gruppo. [6]

Per la maggior parte delle persone, il piano migliore probabilmente è quello di andare a lavorare per qualche azienda esistente. Però è una buona idea capire cosa succede quando si fa questo. Un lavoro significa fare qualcosa che la gente vuole, mediamente insieme a tutti gli altri in quell’azienda.

Lavorare più intensamente

Questa livellare alla media diventa un problema. Credo che il problema più rilevante che affligge le grandi aziende sia la difficoltà di attribuire un valore al lavoro di ciascuno. Per la maggior parte tirano ad indovinare. In una grande azienda si riceve uno stipendio abbastanza prevedibile per lavorare in maniera abbastanza impegnativa. Ci si aspetta che tu non sia palesemente incompetente o pigro, ma non ci si attende che tu dedichi tutta la tua vita al tuo lavoro.

Si scopre, però, che esistono economie di scala in quanta parte della tua vita dedichi al tuo lavoro. Nel giusto tipo di attività, una persona che si dedicasse davvero al lavoro potrebbe generare una ricchezza dieci o anche cento volte superiore a quella di un dipendente medio. Un programmatore, ad esempio, anziché limitarsi a mantenere e aggiornare un software esistente, potrebbe scrivere un software completamente nuovo, e con esso creare una nuova fonte di reddito.

Le aziende non sono create per premiare le persone che vogliono farlo. Non puoi andare dal tuo capo e dire: “Vorrei iniziare a lavorare dieci volte di più, quindi mi pagheresti dieci volte di più?” Per prima cosa, la frottola ufficiale è che stai già lavorando il più duramente possibile. Ma un problema più grave è che l’azienda non ha modo di misurare il valore del tuo lavoro.

I venditori sono un’eccezione. È facile misurare la quantità di entrate che generano e di solito vengono pagati in percentuale. Se un venditore vuole lavorare di più, può iniziare a farlo, e sarà automaticamente pagato proporzionalmente di più.

Esiste un altro lavoro, oltre alle vendite, in cui le grandi aziende possono assumere persone di prim’ordine: nei posti di alta dirigenza. E per lo stesso motivo: le loro prestazioni possono essere misurate. Gli alti dirigenti sono ritenuti responsabili delle prestazioni dell’intera azienda. Poiché le prestazioni di un dipendente qualunque non possono essere misurate, non ci si aspetta che faccia qualcosa di più che impegnarsi seriamente. Mentre il livello dirigenziale, come gli addetti alle vendite, deve effettivamente produrre risultati. L’amministratore delegato di un’azienda che fallisce non può sostenere di essersi impegnato a fondo. Se l’azienda va male, lui ha agito male.

Un’azienda che potesse pagare tutti i suoi dipendenti in maniera così chiara e trasparente avrebbe un enorme successo. Molti dipendenti lavorerebbero di più se potessero essere pagati per questo. E, cosa ancora più importante, un’azienda di questo tipo attirerebbe persone che vogliono lavorare sodo. Distruggerebbe i suoi concorrenti.

Sfortunatamente, le aziende non possono pagare tutti come venditori. I venditori lavorano da soli. Il lavoro della maggior parte dei dipendenti è strettamente correlato. Supponiamo che un’azienda costruisca una specie di gadget per i consumatori. I tecnici costruiscono un oggetto affidabile con ogni tipo di nuova funzionalità, i progettisti industriali progettano una bella custodia e poi gli addetti al marketing convincono tutti che si tratta di qualcosa di irrinunciabile. Come si fa a sapere quanta parte delle vendite dell’oggetto è dovuta agli sforzi di ciascun gruppo? Oppure, per quel che conta, quanto è dovuto ai creatori di oggetti precedenti che hanno dato all’azienda una reputazione di qualità? Non c’è modo di districare tutti i loro contributi. Anche se si riuscisse a leggere la mente dei consumatori, si scoprirebbe che questi fattori sono tutti indistinti.

Se si vuole andare più velocemente, è un problema avere il proprio lavoro intricato con quello di un gran numero di altre persone. In un gruppo numeroso, il tuo rendimento non è misurabile separatamente e il resto del gruppo ti rallenta.

Misurazione e leva

Per diventare ricchi occorre trovarsi in una situazione con due cose: misurazione e leva. Devi essere in una posizione in cui le tue prestazioni possano essere misurate, o non c’è modo di essere pagati di più facendo di più. E devi avere leva, nel senso che le decisioni che assumi abbiano un grande effetto.

La misurazione da sola non è sufficiente. Un esempio di lavoro con misurazione ma non leva è il confezionamento in un’azienda che sfrutta il lavoro a cottimo. Le tue prestazioni sono misurate e vieni pagato di conseguenza, ma non hai spazio per le decisioni. L’unica decisione che puoi prendere è la velocità con cui lavori, e questo probabilmente può solo aumentare i tuoi guadagni di un fattore due o tre.

Un esempio di lavoro con misurazione e leva sarebbe l’attore protagonista di un film. Le tue prestazioni possono essere misurate dall’incasso del film. E hai leva nel senso che le tue prestazioni possono decretarne il successo o distruggerlo.

Anche gli amministratori delegati hanno sia misurazione che leva. Sono misurati, nel senso che le prestazioni dell’azienda sono le loro prestazioni. E hanno leva nel senso che le loro decisioni portano l’intera azienda a muoversi in una direzione o nell’altra.

Penso che chiunque diventi ricco con i propri sforzi si troverà in una situazione con misurazione e leva. Tutti quelli che mi vengono in mente lo fanno: amministratori delegati, star del cinema, gestori di hedge fondi, atleti professionisti. Un buon indizio della presenza di leva è la possibilità di fallimento. Il lato positivo deve essere controbilanciato dal lato negativo, quindi se c’è un grande potenziale di guadagno ci deve essere anche una terrificante possibilità di perdita. Amministratori delegati, star, gestori di fondi e atleti vivono tutti con la spada sul collo: nel momento in cui iniziano a fare schifo, sono fuori. Se fai un lavoro che ti fa sentire al sicuro, non diventerai ricco, perché se non c’è pericolo non c’è quasi certamente alcuna influenza.

Ma non è necessario diventare amministratore delegato o star del cinema per trovarsi in una situazione con misurazione e influenza. Tutto quello che devi fare è far parte di un piccolo gruppo che lavora su un problema serio.

Piccolezza = Misurazione

Se non è possibile misurare il valore del lavoro svolto dai singoli dipendenti, è possibile avvicinarsi. È possibile misurare il valore del lavoro svolto dai piccoli gruppi.

Un livello al quale è possibile misurare con precisione i ricavi generati dai dipendenti è a livello dell’intera azienda. Quando l’azienda è piccola, si è quindi abbastanza vicini a misurare i contributi dei singoli dipendenti. Una buona startup potrebbe avere solo dieci dipendenti, il che ti pone entro un fattore di dieci per misurare lo sforzo individuale.

Avviare o entrare a far parte di una startup è quindi quanto di più vicino la maggior parte delle persone può arrivare a dire al proprio capo: “Voglio lavorare dieci volte di più, quindi per favore pagami dieci volte di più”. Esistono due differenze: non lo dici al tuo capo, ma direttamente ai clienti (per i quali il tuo capo è solo un sostituto, dopotutto), e non lo fai personalmente, ma insieme a un piccolo gruppo di altre persone ambiziose.

Sarà, di norma, un gruppo. Tranne che in qualche tipo di lavoro insolito, come recitare o scrivere libri, non si può essere una società di una sola persona. E sarà meglio che le persone con cui lavori siano brave, perché il tuo lavoro sarà calcolato in media con il tuo.

Una grande azienda è come una gigantesca galea guidata da mille vogatori. Due cose riducono la velocità dell’imbarcazione. Una è che i singoli vogatori non vedono alcun risultato dal lavorare più duramente. L’altra è che, in un gruppo di mille persone, il vogatore medio è probabilmente mediocre.

Se prendessi dieci persone a caso dalla grande galea e le mettessi in una barca da sole, probabilmente potrebbero andare più veloci. Avrebbero sia la carota che il bastone per motivarle. Un vogatore energico sarebbe incoraggiato dal pensiero di poter avere un effetto visibile sulla velocità dell’imbarcazione. E se qualcuno fosse pigro, gli altri sarebbero più propensi a notarlo e lamentarsi.

Ma il vero vantaggio dell’imbarcazione a dieci uomini è quello di portare i dieci migliori rematori fuori dalla grande galea e metterli insieme in un’unica barca. Avranno tutti la motivazione in più che deriva dall’essere in un piccolo gruppo. Ma, cosa ancora più importante, selezionando quel piccolo gruppo si possono ottenere i migliori vogatori. Ognuno sarà nel top 1%. Per loro è molto più vantaggioso fare la media del lavoro insieme a un piccolo gruppo di pari che farlo con tutti.

Questo è il vero senso delle startup. Idealmente, ti metti insieme a un gruppo di altre persone che vogliono lavorare molto di più e venire pagate molto di più, di quanto non farebbero in una grande azienda. E poiché le startup tendono a nascere da gruppi auto-selezionanti di persone ambiziose che già si conoscono (almeno per reputazione), il livello di misurazione è più preciso di quello che si ottiene dalla sola piccolezza. Una startup non è composta solo da dieci persone, ma da dieci persone come te.

Steve Jobs una volta ha detto che il successo o il fallimento di una startup dipende dai primi dieci dipendenti. Sono d’accordo. Semmai è più probabile che siano i primi cinque. Essere piccoli non è, di per sé, ciò che fa sì che le startup spacchino di brutto, ma piuttosto che si possano selezionare piccoli gruppi. Non vuoi piccolo nel senso di paesino, ma piccolo nel senso di squadra di fuoriclasse.

Più grande è il gruppo, più il suo membro medio si avvicinerà alla media della popolazione nel suo complesso. Quindi, a parità di altre cose, una persona molto abile in una grande azienda sta probabilmente ottenendo un pessimo risultato, perché le sue prestazioni sono trascinate verso il basso dalle prestazioni complessivamente inferiori degli altri. Naturalmente, tutte le situazioni spesso non sono uguali: la persona capace può non curarsi del denaro, o può preferire la stabilità di una grande azienda. Ma una persona molto capace, a cui interessa il denaro, di solito farebbe meglio ad andare a lavorare con un piccolo gruppo di pari.

Tecnologia = leva

Le startup offrono a chiunque un modo per trovarsi in una situazione con misurazione e leva. Consentono la misurazione perché sono piccole e offrono leva perché fanno soldi inventando nuove tecnologie.

Che cos’è la tecnologia? È tecnica. È il modo in cui tutti facciamo le cose. E quando si scopre un nuovo modo di fare le cose, il suo valore viene moltiplicato per tutte le persone che lo usano. È la proverbiale canna da pesca, non il pesce. Questa è la differenza tra una startup e un ristorante o un barbiere. Friggi le uova o tagli i capelli a un cliente alla volta. Mentre se risolvi un problema tecnico che sta a cuore a molte persone, aiuti chiunque utilizzi la tua soluzione. Questa è leva.

Se si osserva la storia, sembra che la maggior parte delle persone che si sono arricchite creando ricchezza l’abbiano fatto sviluppando nuove tecnologie. Non puoi friggere uova o tagliare capelli abbastanza velocemente. Ciò che rese ricchi i fiorentini nel 1200 fu la scoperta di nuove tecniche per la realizzazione del prodotto high-tech dell’epoca: il tessuto a trama fine. Ciò che rese ricchi gli olandesi nel 1600 fu la scoperta di tecniche di costruzione navale e di navigazione che permisero loro di dominare i mari dell’Estremo Oriente.

Fortunatamente esiste un naturale equilibrio tra la piccolezza e la soluzione di problemi difficili. L’avanguardia della tecnologia si muove velocemente. Una tecnologia preziosa oggi, potrebbe essere inutile tra un paio d’anni. Le piccole imprese sono più a loro agio in questo mondo, perché non hanno strati di burocrazia che le rallentano. Inoltre, i progressi tecnici tendono a provenire da approcci non ortodossi, e le piccole imprese sono meno vincolate dalle convenzioni.

Le grandi aziende sono in grado di sviluppare tecnologia. Tuttavia, non riescono a farlo in fretta. La loro dimensione le rende lente e impedisce loro di premiare i dipendenti per lo sforzo straordinario richiesto. In pratica, quindi, le grandi aziende possono sviluppare la tecnologia solo in settori in cui le grandi esigenze di capitale impediscono alle startup di competere con loro, come i microprocessori, le centrali elettriche o gli aerei passeggeri. E persino in questi campi dipendono fortemente dalle startup per componenti e idee.

È ovvio che le startup di biotecnologie o di software esistono per risolvere problemi tecnici difficili, ma credo che sarà vero anche in aziende che non sembrano avere a che fare con la tecnologia. McDonald’s, per esempio, si è ingrandito progettando un sistema, il franchising McDonald’s, che poteva poi essere riprodotto a piacimento su tutta la faccia della terra. Un franchising McDonald’s è controllato da regole così precise che è praticamente un programma informatico. Si scrive una volta, si esegue ovunque. Idem per Wal-Mart. Sam Walton si è arricchito non facendo il rivenditore, ma progettando un nuovo tipo di negozio.

Usa la difficoltà come guida non solo nella scelta dell’obiettivo generale della tua azienda, ma anche nei momenti decisionali lungo il percorso. A Viaweb una delle nostre regole di base era corri al piano di sopra. Supponiamo che tu sia un ragazzino agile che viene inseguito da un grosso bullo grasso. Apri una porta e ti ritrovi su una scala. Sali o scendi? Io dico sali. Il bullo probabilmente può correre verso il basso velocemente quanto te. Salendo, invece, la sua massa sarà uno svantaggio. Correre di sopra è difficile per te, ma ancora più difficile per lui.

Ciò significava in pratica che cercavamo deliberatamente problemi difficili. Se c’erano due funzionalità che potevamo aggiungere al nostro software, entrambe ugualmente preziose in proporzione alla loro difficoltà, prendevamo sempre la più difficile. Non solo perché era più preziosa, ma anche perché era più difficile. Ci siamo divertiti a costringere i concorrenti più grandi e più lenti a seguirci su un terreno difficile. Come i guerriglieri, le startup preferiscono il terreno difficile delle montagne, dove le truppe del governo centrale non possono seguirle. Ricordo i momenti in cui eravamo esausti dopo aver lottato tutto il giorno con qualche orribile problema tecnico. E io ne ero felice, perché qualcosa che era difficile per noi sarebbe stato impossibile per i nostri concorrenti.

Questo non è solo un buon modo per gestire una startup. È l’essenza di una startup. I cosiddetti “venture capitalist” lo sanno e hanno una frase per definirla: barriere all’ingresso. Se vai da un VC con una nuova idea e gli chiedi di investirci, una delle prime cose che ti chiederà è: quanto sarebbe difficile per qualcun altro svilupparla? Ovvero, quanto terreno difficile hai messo tra te e i potenziali inseguitori? [7] E faresti meglio ad avere una spiegazione convincente del perché la tua tecnologia sarebbe difficile da duplicare. Altrimenti, non appena qualche grande azienda se ne accorgerà, ne farà una propria, e con il suo marchio, il suo capitale e il suo peso nella distribuzione, ti toglierà il mercato da un giorno all’altro. Saresti come i guerriglieri catturati in campo aperto dalle forze armate governative.

Un modo per innalzare barriere all’ingresso è attraverso i brevetti. Ma è possibile che i brevetti non forniscano molta tutela. I concorrenti di solito trovano il modo di aggirare un brevetto. E se non ci riescono, potrebbero semplicemente violarlo e invitarti a fargli causa. Una grande azienda non ha paura di essere citata in giudizio; è una cosa di tutti i giorni. Faranno in modo che fare causa sia costoso e richieda molto tempo. Mai sentito parlare di Philo Farnsworth? Inventò la televisione. Il motivo per cui non hai mai sentito parlare di lui è che non è stata la sua azienda a farci i soldi. [8] La società che lo fece fu la RCA e la ricompensa di Farnsworth per i suoi sforzi furono dieci anni di controversie sui brevetti.

Qui, come spesso accade, la miglior difesa è l’attacco. Se si riesce a sviluppare una tecnologia che è semplicemente troppo difficile da duplicare per i concorrenti, non è necessario fare affidamento su altre difese. Inizia scegliendo un problema difficile e poi, ad ogni decisione, prendi la scelta più difficile. [9]

L’inghippo

Se si trattasse semplicemente di lavorare più duramente di un normale dipendente e di essere pagati in proporzione, sarebbe ovviamente un buon affare avviare una start-up. Fino ad un certo punto sarebbe più divertente. Non credo che a molte persone piacciano i ritmi lenti delle grandi aziende, le interminabili riunioni, le conversazioni davanti al distributore d’acqua, i dirigenti mediocri e così via.

Sfortunatamente ci sono un paio di inghippi. Uno è che non si può scegliere il tratto di curva che si vuole occupare. Non si può decidere, ad esempio, di lavorare due o tre volte di più e di essere pagati molto di più. Quando gestisci una startup, i tuoi concorrenti decidono quanto lavori sodo. E praticamente tutti prendono la stessa decisione: il più duramente possibile.

L’altro elemento è che il rendimento è solo in media proporzionale alla tua produttività. Esiste, come ho detto prima, un grande moltiplicatore di casualità nel successo di qualsiasi azienda. Quindi in pratica il punto non è che sei 30 volte più produttivo e vieni pagato 30 volte di più. È che sei 30 volte più produttivo e vieni pagato tra zero e mille volte di più. Se la media è 30x, la mediana è probabilmente zero. La maggior parte delle startups fallisce, e non solo i portali di cibo per cani di cui tutti abbiamo sentito parlare durante la Bolla di Internet. È frequente che una startup sviluppi un prodotto veramente buono, impieghi un po’ troppo tempo per farlo, finisca i soldi e debba chiudere.

Una startup è come una zanzara. Un orso può assorbire un colpo e un granchio è ha una corazza per proteggersi, ma una zanzara è progettata per una cosa: colpire l’obiettivo. Non si spreca energia in difesa. La difesa delle zanzare, come specie, è che ce ne sono molte, ma questa è poca consolazione per la singola zanzara.

Le start-up, come le zanzare, tendono ad essere una questione di “tutto o niente”. E di solito non sai quale dei due accade fino all’ultimo minuto. Viaweb ha rischiato di affondare diverse volte. La nostra traiettoria era come un’onda sinusoidale. Fortunatamente siamo stati acquisiti nel momento massimo, ma il fallimento era dannatamente vicino. Mentre eravamo in visita a Yahoo in California per parlare della vendita della società, abbiamo dovuto prendere in prestito una sala conferenze per rassicurare un investitore che stava per tirarsi indietro da un nuovo aumento di capitale di cui avevamo bisogno per restare in vita.

L’aspetto “tutto o niente” delle startup non era qualcosa che volevamo. Gli hacker di Viaweb erano tutti estremamente avversi al rischio. Se ci fosse stato un modo solo per lavorare duramente e essere pagati per questo, senza essere coinvolti in una specie di lotteria, saremmo stati felici. Avremmo preferito di gran lunga una probabilità del 100% di 1 milione di dollari a una possibilità del 20% di 10 milioni di dollari, anche se teoricamente la seconda vale il doppio. Purtroppo, nel mondo degli affari, non c’è modo di ottenere il primo accordo.

Il massimo che puoi ottenere è vendere la tua startup nelle prime fasi, rinunciando al futuro beneficio potenziale (e al rischio) per una ricompensa minore ma garantita. Abbiamo avuto la possibilità di farlo e stupidamente, come allora pensavamo, ce la siamo lasciata sfuggire. Dopo di che, siamo diventati comicamente desiderosi di vendere. Per qualche anno, se qualcuno esprimeva la minima curiosità su Viaweb cercavamo di vendergli l’azienda. Ma non c’erano acquirenti, quindi dovevamo continuare.

Sarebbe stato un affare comprarci in una fase iniziale, ma le aziende che fanno acquisizioni non sono alla ricerca di fare affari. Un’azienda abbastanza grande da acquisire startup sarà abbastanza grande da essere piuttosto conservatrice, e all’interno dell’azienda le persone responsabili delle acquisizioni saranno tra le più conservatrici, perché probabilmente sono tipi da business school che sono entrati in azienda tardi. Preferirebbero pagare più del dovuto per una scelta sicura. Quindi è più facile vendere una startup già affermata, anche a fronte di un prezzo elevato, che una startup in fase iniziale.

Ottenere utenti

Penso sia una buona idea farsi comprare, se si riesce. Gestire un’azienda è diverso dal crescerne una. Meglio lasciare che una grande azienda prenda il controllo una volta raggiunta la quota di crociera. È anche finanziariamente più saggio, perché la vendita consente di diversificare. Cosa penseresti di un consulente finanziario che investisse tutti i beni del suo cliente in un unico titolo e in più volatile?

Come si fa ad essere comprati? Per lo più facendo le stesse cose che faresti se non avessi intenzione di vendere l’azienda. Essere profittevoli, per esempio. Ma essere comprati è anche un’arte a sé stante, che abbiamo passato molto tempo a cercare di padroneggiare.

I potenziali acquirenti ritarderanno sempre, se possibile. La parte difficile dell’essere comprati è fare in modo che agiscano. Per la maggior parte delle persone, il motivatore più potente non è la speranza di guadagno, ma la paura della perdita. Per i potenziali acquirenti, il motivatore più potente è la prospettiva che uno dei loro concorrenti ti possa comprare. Questo, come abbiamo scoperto, fa sì che gli amministratori delegati prendano la decisione. Il secondo aspetto più importante è la preoccupazione che, se non ti comprano ora, continuerai a crescere rapidamente e costerà di più acquistare in seguito, o addirittura potrai diventare un concorrente.

In entrambi i casi, tutto si riduce agli utenti. Penseresti che un’azienda che sta per comprarti faccia molte ricerche e decida da sola quanto sia preziosa la tua tecnologia. Proprio per niente. Ciò che conta è il numero di utenti che hai.

In effetti, gli acquirenti presumono che i clienti sappiano chi ha la migliore tecnologia. E questo non è così stupido come sembra. Gli utenti sono l’unica vera prova che hai creato ricchezza. La ricchezza è ciò che la gente vuole, e se la gente non sta usando il tuo software, forse non è solo perché non sei bravo nel marketing. Forse è perché non hai fatto quello che le persone volevano.

I venture capitalist hanno una lista di segnali di pericolo da tenere d’occhio. In cima alla lista c’è l’azienda gestita da smanettoni che sono ossessionati dal risolvere interessanti problemi tecnici, invece di rendere felici gli utenti. In una startup, non si cerca solo di risolvere i problemi. Si cerca di risolvere problemi che stanno a cuore agli utenti.

Quindi penso che si dovrebbe fare il test agli utenti, proprio come fa chi acquisisce. Considera una startup come un problema di ottimizzazione in cui le prestazioni vengono misurate in base al numero di utenti. Chiunque abbia cercato di ottimizzare il software sa che la chiave è la misurazione. Quando si cerca di indovinare dove il programma è lento e cosa lo renderebbe più veloce, si sbaglia sempre.

Il numero di utenti potrebbe non essere il test perfetto, ma sarà molto vicino. È ciò che sta a cuore a chi acquisisce. È da questo che dipendono i ricavi. È ciò che rende infelici i concorrenti. È ciò che colpisce i giornalisti e i potenziali nuovi utenti. Sicuramente è un test migliore delle tue nozioni a priori su quali sono i problemi importanti da risolvere, a prescindere da quanto tu sia tecnicamente abile.

Tra le altre cose, considerare una startup come un problema di ottimizzazione ti aiuterà a evitare un’altra trappola di cui i VC si preoccupano, e giustamente… ci vuole molto tempo per sviluppare un prodotto. Ora possiamo riconoscerlo come qualcosa che gli hacker sanno già evitare: un’ottimizzazione prematura. Lancia una versione 1.0 il prima possibile. Fino a quando non si hanno alcuni utenti da misurare, si sta ottimizzando sulla base di congetture.

La palla da tenere d’occhio in questo caso è il principio di fondo che la ricchezza è ciò che la gente vuole. Se hai intenzione di arricchirti creando ricchezza, devi sapere cosa vuole la gente. Sono davvero poche le aziende che si preoccupano di rendere felici i clienti. Quante volte entri in un negozio, o chiami un’azienda al telefono, con una sensazione di angoscia? Quando senti “la tua chiamata è importante per noi, per favore resta in linea”, pensi:⁠”beh, ora andrà tutto bene?”

Un ristorante può permettersi di servire qualche volta la cena bruciata. Ma nella tecnologia si cucina un’unica cosa ed è quello che mangiano tutti. Così qualsiasi differenza tra ciò che la gente vuole e ciò che tu consegni si moltiplica. Soddisfi o irriti i clienti a livello globale. Più ti avvicini a ciò che vogliono, più ricchezza generi.

Ricchezza e potere

Produrre ricchezza non è l’unico modo per diventare ricchi. Per la maggior parte della storia umana non è stato neppure il più comune. Fino a pochi secoli fa, le principali fonti di ricchezza erano le miniere, gli schiavi e i servi, la terra e il bestiame, e gli unici modi per acquisirli rapidamente erano l’eredità, il matrimonio, la conquista o la confisca. Naturalmente, la ricchezza aveva una cattiva reputazione.

Due cose sono cambiate. La prima è stata lo stato di diritto. Per gran parte della storia del mondo, se in qualche modo si accumulava una fortuna, il sovrano o i suoi scagnozzi trovavano un modo per rubarla. Ma nell’Europa medievale accadde qualcosa di nuovo. Una nuova classe di commercianti e produttori cominciò a raggrupparsi nelle città. [10]Insieme riuscirono a resistere al signore feudale locale. Quindi, per la prima volta nella nostra storia, i bulli hanno smesso di rubare i soldi del pranzo ai nerd. Questo fu naturalmente un grande incentivo e forse la causa principale del secondo grande cambiamento: l’industrializzazione.

Molto è stato scritto sulle cause della rivoluzione industriale. Ma certamente una condizione necessaria, se non sufficiente, era che le persone che avevano fatto fortuna potessero godersela in pace. [11] Una prova è ciò che è accaduto ai Paesi che hanno cercato di tornare al vecchio modello, come l’Unione Sovietica, e in misura minore la Gran Bretagna sotto i governi laburisti degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta. Togli l’incentivo della ricchezza e l’innovazione tecnica si ferma.

Ricorda cos’è una startup, economicamente: un modo di dire “voglio lavorare più velocemente”. Anziché accumulare denaro lentamente, ricevendo uno stipendio regolare per cinquant’anni, voglio farla finita il prima possibile. Quindi i governi che ti vietano di accumulare ricchezza stanno di fatto decretando che tu lavori lentamente. Sono disposti a farti guadagnare 3 milioni di dollari in cinquant’anni, ma non sono disposti a farti lavorare così tanto da poterlo fare in due. Sono come il capo aziendale da cui non puoi andare e dire: “Voglio lavorare dieci volte di più, quindi per favore pagami dieci volte di più”. Tranne per il fatto che questo non è un capo a cui puoi sfuggire fondando una tua azienda.

Il problema di lavorare lentamente non è solo che l’innovazione tecnica avviene lentamente. È che tende a non accadere affatto. È solo quando sei intenzionalmente alla ricerca di problemi difficili, come modo per usare la velocità al massimo vantaggio, che intraprendi questo tipo di progetto. Sviluppare nuove tecnologie è una rottura di scatole. È, come ha detto Edison, l’uno per cento ispirazione e il novantanove per cento sudorazione. Senza l’incentivo della ricchezza, nessuno vuole farlo. Gli ingegneri lavoreranno su progetti sexy come aerei da combattimento e razzi lunari per gli stipendi ordinari, ma tecnologie più banali come le lampadine o i semiconduttori devono essere sviluppate da imprenditori.

Le startup non sono solo qualcosa che è successo nella Silicon Valley negli ultimi vent’anni. Da quando è diventato possibile arricchirsi creando ricchezza, tutti coloro che l’hanno fatto hanno usato essenzialmente la stessa ricetta: misurazione e influenza, dove la misurazione deriva dal lavorare con un piccolo gruppo e l’influenza dallo sviluppo di nuove tecniche. La ricetta era la stessa a Firenze nel 1200 come lo è oggi a Santa Clara.

Comprenderlo può aiutare a rispondere a una domanda importante: perché l’Europa divenne così potente. Si trattava della geografia dell’Europa? Gli europei erano in qualche modo superiori dal punto di vista razziale? Era la loro religione? La risposta (o almeno la causa immediata) può essere che gli europei hanno cavalcato sulla cresta dell’onda di una nuova potente idea: permettere a chi ha fatto un sacco di soldi di mantenerli.

Una volta che è consentito, le persone che vogliono arricchirsi possono farlo generando ricchezza anziché rubarla. La crescita tecnologica che ne deriva si traduce non solo in ricchezza, ma anche in potenza militare. La teoria che ha portato al velivolo stealth fu sviluppata da un matematico sovietico. Tuttavia, siccome l’Unione Sovietica non aveva un’industria informatica, per loro rimase una teoria; non avevano un hardware in grado di eseguire i calcoli abbastanza velocemente da poter progettare un aereo vero e proprio.

Da questo punto di vista la Guerra Fredda insegna la stessa lezione della seconda guerra mondiale e, per quel che conta, della maggior parte delle guerre della storia recente. Non lasciare che una classe dirigente di guerrieri e politici schiacci gli imprenditori. La stessa ricetta che rende ricchi gli individui rende potenti i paesi. Lascia che i nerd tengano i soldi del pranzo e governerai il mondo.

Note

[1] Una cosa preziosa che si tende ad ottenere solo nelle startup è l’ininterrottabilità. Tipi di lavoro differenti hanno diversi quanti di tempo. Qualcuno che corregga un manoscritto potrebbe probabilmente essere interrotto ogni quindici minuti con una minima perdita di produttività. Ma il lasso di tempo per hackerare è molto lungo: potrebbe volerci un’ora solo per “caricare” un problema nella tua testa. Quindi il costo di avere qualcuno del personale che ti chiama per un modulo che hai dimenticato di compilare può essere enorme.

Questo è il motivo per cui gli hacker ti lanciano sguardi terribili mentre si allontanano dallo schermo per rispondere a una domanda. Dentro la loro testa un gigantesco castello di carte vacilla.

La sola possibilità di essere interrotti dissuade gli hacker dall’avviare progetti difficili. Ecco perché tendono a lavorare fino a tarda notte e perché è quasi impossibile scrivere un eccellente software in un cubicolo (tranne che a tarda notte).

Un enorme vantaggio delle startup è che non hanno ancora nessuno che interrompa il lavoro. Non esiste un ufficio del personale e quindi non c’è alcun modulo da compilare e nessuno che ti possa chiamare al riguardo.

[2] Di fronte all’idea che chi lavora per le startup possa essere 20 o 30 volte più produttivo di chi lavora per le grandi aziende, i dirigenti delle grandi aziende si chiederanno naturalmente: come potrei convincere le persone che lavorano per me a farlo? La risposta è semplice: pagarle.

Internamente la maggior parte delle aziende è gestita come stati comunisti. Se credi nel libero mercato, perché non trasformare la tua azienda in un simile mercato?

Ipotesi: un’azienda sarà pienamente redditizia quando ogni dipendente sarà retribuito in proporzione alla ricchezza che genera.

[3] Fino a poco tempo fa persino i governi a volte non coglievano la distinzione tra denaro e ricchezza. Adam Smith (La Ricchezza delle Nazioni, v:i) ne cita diversi che hanno cercato di preservare la loro “ricchezza” vietando l’esportazione di oro o argento. Tuttavia, disporre di un volume maggiore di mezzi di scambio non renderebbe un paese più ricco; se si ha più denaro a rincorrere la stessa quantità di ricchezza materiale, l’unico risultato è l’aumento dei prezzi.

[4] La parola “ricchezza” ha molteplici sensi, non tutti materiali. Non sto cercando di formulare un concetto filosofico profondo su quale sia il vero genere. Sto descrivendo un senso specifico, piuttosto tecnico, della parola “ricchezza”. Ciò per cui la gente ti darà denaro. È un tipo di ricchezza interessante da studiare, perché è quella che ti impedisce di morire di fame. E ciò per cui le persone ti daranno denaro dipende da loro, non da te.

Quando si avvia un’attività, è facile pensare che i clienti vogliano ciò che si produce. Durante la Bolla di Internet ho parlato con una donna che, siccome le piaceva la vita all’aria aperta, stava avviando un “portale per l’outdoor”. Sai che tipo di attività dovresti intraprendere se ti piace la vita all’aria aperta? Uno per il recupero dei dati dai dischi rigidi crashati.

Qual è la connessione? Proprio nessuna. Ed è proprio questo ciò che voglio dire. Se si vuole creare ricchezza (nel senso tecnico restrittivo del non morire di fame) allora si dovrebbe essere particolarmente scettici su qualsiasi piano che si concentri sulle cose che piace fare. È in questo contesto che la tua idea di ciò che è prezioso è meno probabile che coincida con quella di altre persone.

[5] Nel restauro di una vettura media, probabilmente si rendono tutte le altre persone microscopicamente più povere, arrecando un lieve danno all’ambiente. Anche se i costi ambientali dovrebbero essere presi in considerazione, non fanno della ricchezza un gioco a somma zero. Ad esempio, se si ripara una macchina che si è rotta perché un pezzo si è svitato, si crea ricchezza senza costi ambientali.

[5b] Questo saggio è stato scritto prima di Firefox.

[6] Molte persone si sentono confuse e depresse verso i vent’anni. La vita sembrava molto più divertente all’università. Certo che lo era. Non lasciarti ingannare dalle somiglianze superficiali. Sei passato da ospite a servo. È possibile divertirsi in questo nuovo mondo. Tra le altre cose, ora puoi aprire le porte che dicono “solo personale autorizzato”. Ma il cambiamento è uno shock all’inizio, e tanto peggio se non ne sei consapevole.

[7] Quando i VC ci chiedevano quanto tempo ci avrebbe messo un’altra startup a duplicare il nostro software, noi rispondevamo che probabilmente non ci sarebbero riusciti affatto. Credo che questo ci facesse sembrare ingenui, o bugiardi.

[8] Poche tecnologie hanno un solo inventore lampante. Quindi, di norma, se si conosce l’“inventore” di qualcosa (il telefono, la catena di montaggio, l’aereo, la lampadina, il transistor) è perché la sua azienda ne ha ricavato dei soldi e gli addetti alle pubbliche relazioni dell’azienda hanno lavorato sodo per diffondere la storia. Se non si sa chi ha inventato qualcosa (l’automobile, la televisione, il computer, il motore a reazione, il laser), è perché altre aziende hanno ricavato tutto il denaro.

[9] Questo è un buon piano per la vita in generale. Se hai due scelte a disposizione, scegli la più difficile. Se stai cercando di decidere se andare a correre o stare a casa a guardare la TV, corri. Probabilmente il motivo per cui questo trucco funziona così bene è che quando hai a disposizione due scelte e una è più difficile, l’unica ragione per cui prendi in considerazione anche l’altra è la pigrizia. Tu sai in cuor tuo quale sia la cosa giusta da fare e questo trucco ti costringe semplicemente a riconoscerlo.

[10] Probabilmente non è un caso che la classe media sia emersa per la prima volta nell’Italia settentrionale e nei Paesi Bassi, dove non esistevano governi centrali forti. Queste due regioni erano le più ricche dell’epoca e divennero i centri gemelli da cui si diffuse la civiltà del Rinascimento. Se non svolgono più tale ruolo, è perché altri luoghi, come gli Stati Uniti, sono stati più fedeli ai principi che avevano scoperto.

[11] Può effettivamente essere una condizione sufficiente. Ma se è così, perché la rivoluzione industriale non è avvenuta prima? Due possibili (e non incompatibili) risposte: (a) Accadde. La Rivoluzione Industriale è stata una di una serie. (b) Perché nelle città medievali, i monopoli e i regolamenti delle corporazioni rallentarono inizialmente lo sviluppo di nuovi mezzi di produzione.